lunedì 12 novembre 2007

Intervento di Chiara Lucacchioni - Perugia, 10 Novembre 2007

Cari Compagni,

pubblichiamo integralmente l'intervento della compagna Lucacchioni, rappresentante giovanile della componente Angius-Spini della in seno al costituendo PS, per meglio comprendere le vicessitudini che animano il dibattito tra noi nuove generazioni. La Redazione


Sono veramente felice di essere qui insieme a molti giovani per discutere insieme il nostro futuro, cercare di confrontarci e capire l’ondata di disagio giovanile che sta attraversando il nostro Paese che allontana molti di noi dall’arena politica, generando sintomi di sfiducia nel mondo istituzionale e nel ruolo valoriale degli stessi partiti e rappresentanti politici. Mancanti o tardivi risposte della classe politica italiana ai temi che ci riguardano, dalla precarietà all’impossibilità di costruire o pianificare un futuro non dico esaltante ma quanto meno dignitoso, prospettano la necessità di formare un nuovo soggetto rappresentativo delle nuove generazioni, che dia nuovo vigore e protagonismo ai giovani, che rappresentano l’ anello sociale più debole in Italia, proprio perché scarsamente rappresentato nei diversi livelli decisionali.

L’Italia rimane in questo il fanalino di coda dei Paesi europei se compariamo la politica sociale a favore dei giovani promossa dal nostro Paese e i provvedimenti adottati dal Governo Zapatero, troppo spesso ricordato per le importanti conquiste nel campo dei diritti civili, ma troppo poco per i lodevoli provvedimenti presi nei settori economico e sociali, che hanno saputo essere il reale interprete del “socialismo dei cittadini”, titolo eloquente del nostro dibattito.

Ad esempio, per stimolare le giovani coppie a mettere su casa sono previsti sussidi di 255 euro al mese per l’affitto, 600 euro per la cauzione e una garanzia di sei mesi per il proprietario di casa. Incentivi alle imprese sono stati anche previsti per trasformare i contratti a termine in contratti a tempo indeterminato. Il Governo ha anche previsto un bonus di 2500 euro alla nascita di un figlio e ha varato un altro piano per garantire un posto al nido a tutti i bimbi da 1 a 3 anni, problema piuttosto urgente da risolvere nel nostro Paese se pensiamo che una famiglia italiana spende in media dai 250 ai 300 Euro al mese per mandare i propri bambini al nido!

Ne risulta un vero e proprio “piano giovani” che potrebbe essere utilmente preso in considerazione anche da noi. Nel suo complesso il welfare spagnolo spenderà due miliardi e mezzo di Euro in più per la voce bambini e giovani: “non poco per un paese che ha venti milioni di abitanti in meno dell’Italia” ( come cita Ferrera sul Corriere della Sera) Non c’è dubbio che una forza politica del socialismo Europeo in Italia che voglia uscire dall’ambito della ricerca di consensi nell’area della fedeltà alle vecchie bandiere e voglia parlare ai giovani, com’è necessario, debba battersi con coraggio su questi temi.

Questa conferenza avrebbe potuto rappresentare un punto di partenza per affrontare una discussione proficua su questi temi, sulla formazione del nuovo soggetto generazionale rappresentativo del costituendo Partito Socialista, pianificando la struttura organizzativa e le metodologie di lavoro insieme a tutti coloro che credono nei valori che contraddistinguono da sempre il mondo socialista. Purtroppo ciò non sarà possibile per la mancata partecipazione di frange significative del mondo giovanile socialista, come la Federazione dei giovani socialisti italiani, parte dei giovani che hanno sottoscritto la mozione “In nome della Rosa” all’ultimo Congresso dei Radicali, e parte della stessa FGS. Sono sicura che non mancherà l’occasione nei prossimi giorni.

Condivido pienamente le motivazioni che hanno spinto questi giovani, che rappresentano buona parte delle realtà intellettuali più qualificate e significative, a non partecipare, ma al contempo credo che i tempi di pratiche aventiniane appartengano a epoche storiche fortunatamente lontane e che invece sia interesse di tutti promuovere dibattiti e stimolare confronti vis a vis, senza aver paura di esprimere opinioni e idee diverse, che non devono a mio avviso provocare spaccature prima della stessa costituzione del nuovo soggetto giovanile socialista, ma che invece possono apportare arricchimenti culturali per ognuno di noi e aprire quindi la strada per un’unità di base, che soprattutto in questo delicato momento, ritengo fondamentale per poter incidere realmente sul tessuto politico italiano.

Il tutto può avvenire con un grande confronto democratico, tra tutte le anime e le sensibilità giovanili che promuovono questa nuova fase della CS, senza escludere nessuno aprioristicamente, tenendo soprattutto conto di chi opera a stretto contatto con il territorio. Prima, quindi di parlare di Conferenza programmatica, o di lanciare qualsiasi protesta che vincoli anche la maggioranza degli assenti, a mio avviso è necessario convocare tavoli di discussione e di proposta politico-organizzativa sia a livello nazionale che regionale, che stabiliscano, collegialmente e democraticamente, metodologie, regole chiare e trasparenti con cui giungere alla costituzione di un nuovo soggetto rappresentativo di tutte le varie componenti dei giovani socialisti, evitando quindi che parte di essi siano spettatori passivi di decisioni unilaterali e verticistiche, che non creano entusiasmo e non scaldano i cuori.

Sull’organizzazione stessa della nuova giovanile oserei proporre alcune innovazioni per ciò che riguarda il tesseramento e il rinnovamento anagrafico.

Per assicurare una presenza tangibile e non solo formale all’interno del Partito Socialista, è necessario evitare la “doppia tessera”, favorendo l’organizzazione dei giovani non come corpo separato dal Partito, ma parte integrante del Partito stesso. Per favorire tale processo, è necessario che i giovani al di sotto di una soglia di età, si inscrivino direttamente al Partito, senza il tesseramento alla nuova FGS. Il Partito dovrebbe quindi favorire l’abbassamento del costo della tessera per i giovani; per mantenere una minima autonomia finanziaria sarebbe sufficiente che parte del costo della tessera vada al Partito e parte alla “rete” giovanile. Tale meccanismo provocherebbe un effettivo ricambio generazionale, e non una sostituzione di poltrone tra i 50enni e gli ormai ultrasettantenni, aprendo le porte della politica ai giovani-giovani e non ai giovani ormai vecchi, facilitando la creazione, con sapienza e democrazia, di una nuova classe dirigente all’interno del Partito stesso.

Il problema reale che affronta l’area social-democratica in Italia è quello di una carenza di rappresentanza della fascia anagrafica che più di ogni altra dovrebbe essere fautrice di ricambio e rinnovamento. Manca un’intera generazione di 30-40enni, proprio quelli che nel MIDAS diedero vita al nuovo “ corso” socialista. Tutti sanno, socialisti e non, cosa significò quel “corso” per il nostro Paese. Insomma i giovani d’oggi hanno un dovere morale ed un compito politico in più. Essere non solo l’anello di congiunzione tra nuove e vecchie generazioni di socialisti, ma essere sia “operai” attivi della politica e al contempo classe dirigente di oggi. Sia chiaro, non sono per il “giovanilismo”, quote bebè o rosa in termini generici all’interno del nuovo soggetto, ma per un effettivo ricambio generazionale, che non deve avere un ruolo politico forzato in quote predeterminate, ma che deve essere guidato sulla base di criteri che garantiscano la reale meritocrazia del giovane, che non deve più avere un peso diverso da altri in base a “di chi è figlio”. Proprio per questo il limite massimo per considerarsi giovani all’interno di questo Partito credo che debba essere 28 anni o giù di li; molto spesso siamo bravi a compiangerci addosso, a lamentarci della nostra esclusione dai processi decisionali di questo Paese ( problema effettivamente reale), ma spesso siamo noi stessi a frenare il naturale decorso di assunzione di responsabilità. Come si fa a considerare ancora giovane-giovane un trentaduenne?

La mia domanda non ha né del provocatorio né ha la volontà e le caratteristiche per essere pura propaganda. Essa sorge spontanea, innanzi ad una valutazione comparata che un semplice osservatore, anche il meno avvezzo a questioni politiche, può fare.

In Inghilterra, USA, Spagna, Francia, Germania gli staff di premier e Capi di Stato sono composti prevalentemente da giovani sui 35 anni. In Italia, invece, oltre a lavorare gratuitamente per diverso tempo dopo l’università, sei considerato un bambino-prodigio se trovi un lavoro al di sotto dei 30/32 anni. O meglio, più che un enfant-prodige, sei un raccomandato di ferro che sicuramente gode già di una posizione adagiata nel contesto familiare. Per questo dobbiamo affermare a gran voce, che i giovani socialisti sono per la meritocrazia. Essere meritocratici vuol dire condurre battaglie, che tra l’altro, nessuna forza politica della sinistra oggi conduce realmente. Dobbiamo avere il coraggio di dire che siamo contro le “baronie accademiche”, e che siamo a favore di una lotta contro le posizioni di rendita derivanti da un potere discriminatorio a priori, per cui il figlio del notaio sarà notaio, mentre i figli delle vecchie e nuove fasce socialmente deboli, rispettivamente di operai e impiegati, debbano sempre rimanere i cosiddetti “ultimi” della società.

L’importante, quindi, in questa fase costituente è il “buon pensiero”. Dobbiamo avere l’ambizione e il coraggio di elaborare una piattaforma politico e programmatica di medio e lungo periodo che sappia reintegrare le classi sociali del nostro Paese, che aiuti ad uscire dall’emarginazione e dalla sofferenza chi oggi è debole, ma che sappia e favorisca l’emergere dei più meritevoli.

Necessario per connotarci come vera forza giovanile di stampo realmente riformista e progressista è animare un confronto diretto, valorizzare e non accantonare le varie e diverse anime presenti al nostro interno, pensare globale ma agire locale, promuovendo non solo un socialismo dei cittadini, ma soprattutto un socialismo tra e per i cittadini, coordinare manifestazioni su tutto il territorio nazionale che possano far arrivare la nostra voce a tutta la popolazione, visto l’impossibilità di farlo attraverso i mezzi di comunicazione.

Mettiamo, quindi, da parte le incomprensioni e le cicatrici politiche, la dove ce ne siano, e dopo le belle parole, iniziamo a lavorare concretamente sulla base dei nostri valori comuni, per iniziare ad essere non solo il futuro ma soprattutto il presente di questo Partito e di questo Paese.

Cari compagne/i, in troppi in questi anni e negli ultimi mesi, si sono affrettati a dichiarare il socialismo riformista, laico, liberale e progressista morto. Non voglio entrare nel merito della diatriba ma consentitemi di liquidare il tutto con una battuta. Prima di morire bisogna nascere.

Voglio recuperare una frase che un vecchio nonno, militante e combattente socialista ebbe a dire al nipote nel mentre raccontava le sue battaglie, quelle sul campo di guerra e quelle politiche: “fin quando ci sarà una persona che racconterà all’altra le sconfitte, le conquiste sociali e politiche dei socialisti, i loro valori e i loro ideali, il socialismo avrà futuro.”

Oggi dobbiamo avere la presunzione noi giovani di dire che quella storia che ci è stata raccontata dai nostri padri l’abbiamo appresa. Ma non vogliamo condurla per semplice dovere di testimonianza. Ma vogliamo rilanciare la dignità e l’orgoglio di essere socialisti nel XXI secolo, che tanti sia da destra che da sinistra ci hanno voluto togliere nel corso degli ultimi anni, ma che in realtà non abbiamo mai rinnegato e perso, rinnovando quindi le ragioni profonde che animano una moderna forza del socialismo europeo in Italia.

Come diceva Nenni, “le idee camminano sulle gambe degli uomini”, quindi… iniziamo a farle camminare sulle nostre di gambe!! Facciamo capire che finalmente in Italia esiste una sinistra “normale” e affermiamo a gran voce che ci siamo e perché ci siamo.

Avanti compagni!!!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Si però Chiara che critica tanto la FGS non spiega che tutta quella platea,organizzazione,soldi ecc. li ha messi la FGS che lei critica tanto.

Quindi vi offriamo passerella, e voi criticare,bravi

Per carnovale: Gli assenti sbagliano sempre!